Il digitale? E' un'impresa

A cura di Federico Fioravanti

Intervento di Giorgio Mencaroni

Presidente della Camera di Commercio di Perugia

La Camera di Commercio di Perugia insiste molto sulla modernizzazione del sistema imprenditoriale e sugli aiuti all’innovazione e allo sviluppo della cultura digitale, anche di fronte a molte diffidenze e resistenze.

GIORGIO MENCARONI Presidente Camera di Commercio di Perugia Guardiamo la giornata di oggi. Credo che un incontro come questo avrebbe dovuto avere un numero di partecipanti molto più alto da parte del mondo delle imprese, vista anche l’importanza del tema trattato. La mission del sistema camerale è quella di coinvolgere le imprese in iniziative come questa.

Ma viene da chiedersi: cosa vogliono le imprese dalla Camera di Commercio? Certo non possiamo essere solo erogatori di denaro, quasi dei bancomat che danno soldi alle imprese per quello che intendono fare perché possano andare dove vogliono e fare quello che vogliono. Mi sarei aspettato di vedere, oltre ai giovani, anche persone della mia età.

I miei figli mi dicono che sono vintage. Ma credo che anche le persone della mia generazione e forse soprattutto loro, debbano cercare di capire internet, questo “mostro” che abbiamo davanti per capire a cosa serve e come può essere domato, imbrigliato e utilizzato per il bene dell’impresa.

Se perdiamo la curiosità per il mondo e per ciò che sta accadendo intorno a noi, perdiamo anche l’imprenditorialità. Io non faccio per mestiere il presidente della Camera di Commercio. Sono un imprenditore. E sono d’accordo con chi dice che  “chi non sogna non vive felicemente”. Se non abbiamo sogni, aspettative e curiosità per il mondo, siamo destinati a chiudere bottega.

Il dottor Fulvio spiegava quello sta succedendo nel commercio elettronico. L’Italia è indietro rispetto agli altri Paesi anche se abbiamo un margine di crescita interessante. Ma dobbiamo anche avere la volontà di migliorare le nostre prestazioni. Il nostro gap mi sembra che sia di 10 punti percentuali rispetto alla media europea.  C’è da lavorare e lo faremo.

La Camera di Commercio, in questa sfida, farà la sua parte. Anche se, come sappiamo tutti, con il taglio del diritto camerale, la nostra capacità propulsiva è stata ridotta del 75-80%. E questa mancanza di investimenti si sentirà, in modo particolare, soprattutto in una realtà piccola come quella in cui viviamo. Per cui, se prima si avevano cento litri di benzina, oggi ne abbiamo tra i quindici e venti. Quindi la distanza che potremo percorrere non è più quella del pieno da cento litri per esaltare il motore della macchina. Abbiamo quindici-venti litri di benzina. Quindi useremo una macchina più piccola cercando di percorrere comunque più chilometri possibili. Questa è la realtà che abbiamo di fronte.

Le statistiche nazionali e quelle promosse dalla Regione, ci mettono di fronte a una emergenza: sul fronte digitale il sistema imprenditoriale umbro è molto indietro.

I dati e le riflessioni fatti ci dicono che solo il 12% degli imprenditori usa bene il proprio sito. Solo il 40% ha un sito. E in questo 40% più di 7 imprenditori su dieci dichiarano di utilizzare il sito esclusivamente come una vetrina.

E’ un dato di fatto e molte spiegazioni, tutte corrette, sono state già date dai nostri ospiti durante il dibattito.

Tra gli imprenditori più attenti, ce lo ha ricordato il dottor Fulvio, ci sono storicamente quelli del turismo. Opero da molti anni in quel settore e credo di poter dire la mia. In minima parte abbiamo promosso il fenomeno dell’e-commerce ma in gran parte lo abbiamo subito. Mi spiego meglio. Oggi tutta l’intermediazione del settore è nelle mani dei grandi motori di ricerca che controllano i mercati internazionali del turismo.

All’inizio, alla presenza di questi portali, noi imprenditori ci siamo sentiti sollevati. Fino ad allora avevamo rapporti solo con i tour operator e la novità di internet ci apparve come una facilitazione e una modernizzazione necessaria. In più incassavamo una caparra quando spesso e volentieri il tour operator dimenticava di fare il bonifico dopo la prenotazione o addirittura, in alcuni casi, non pagava, con tutti i contenziosi che seguivano. Con Booking, Venere, Expedia e altri, c’era invece una garanzia di pagamento con carta di credito, quindi con autorizzazione al prelievo. Una grandissima novità.

Ma oggi il costo della intermediazione oscilla tra il 16% e il 30%, direi che nell’extralberghiero addirittura arriva al 40%. Senza fare nomi, chi ha case e appartamenti per vacanza, sa che se viaggia con determinate agenzie, a livello internazionale paga il 40% di commissioni.

Affronto un tema di cui si parla troppo poco. Noi dovremmo avere la massima attenzione possibile nel controllo della corretta intermediazione. Perché un imprenditore potrebbe entrare nell’e-commerce con l’olio, i prodotti agroalimentari o la ceramica ma se poi è costretto a pagare dazio in un sistema in cui quella è l’unica modalità di vendita, capite bene che tutto si complica.

Guardiamo gli alberghi. Oggi soffrono non per il calo dell’occupazione delle camere che c’è stato ma che è simile a quello di qualche anno fa, ma per la diminuzione del ricavo medio che ha raggiunto punte del 40% e che deriva prima di tutto dalla intermediazione.

C’è poi il caso “hotel comparison”. L’utente con lo smartphone va a vedere qual è il prezzo, ma non c’è un rapporto qualità/prezzo sullo smartphone, c’è solo il prezzo, con il nome degli alberghi, e poi si può vedere TripAdvisor con i commenti, oppure altri siti.

Va tutto bene, perché il sistema media e livella le verità con le non verità, e normalmente sono più le verità che non le non verità. Però tutti sappiamo che i vari portali non sono in grado di garantire l’impermeabilità dei loro siti.

Per esempio, c’è una app per i vini: voi fotografate la bottiglia e vi compare l’etichetta. C’è una valutazione, un voto, i commenti, il prezzo e tutte le varie informazioni. Le valutazioni hanno un peso. Ma io potrei vendere quel vino a un prezzo perché ritengo che sia un prodotto di mercato di un certo tipo, ma potrei avere naturalmente delle valutazioni che tendono a elevare o abbassare quel prodotto. Anche su questo tema va fatta una riflessione.

Va considerato anche un fatto che va oltre i territori e le regioni e riguarda il governo: le tasse sulle somme intermediate dai grandi motori di ricerca vengono versate in Paesi in cui il sistema fiscale è completamente diverso da quello italiano.

Badate, tocco questi temi meno esplorati non certo per fare da contraltare a quello che si è ricordato in questo forum. Credo di poter dire che siamo tutti d’accordo: sullo sviluppo digitale e la formazione delle imprese non basta camminare, come l’Italia e l’Umbria stanno facendo. Dobbiamo correre. La Camera di Commercio è pronta a fare la sua parte.

Banda larga, aeroporto e infrastrutture: progetti da portare avanti in fretta per modernizzare l’Umbria.

Sull’aeroporto, lo sforzo economico e progettuale della Camera di Commercio è costante. Dobbiamo far crescere i voli e i passeggeri. Siamo pronti a dare tutto l’aiuto necessario per questi obiettivi, come facciamo da sempre.

Per quanto riguarda la banda larga, qualche tempo fa, a nome della Camera di Commercio, ho chiesto a Uniontrasporti di fare una analisi dettagliata di un progetto a banda larga per il nostro territorio. Ospiteremo in Umbria il direttore dell’ente camerale per avere tutte le indicazioni utili che ci servono per cercare di migliorare la nostra situazione e per raggiungere prima possibile i parametri che ci ha indicato l’Europa entro il 2020.

Credo di dare una notizia se poi riferisco che il 3 dicembre scorso Silvano Moretti, assessore regionale ai Trasporti, ha garantito tempi stretti per il collegamento via treno di Perugia con l’alta velocità di Firenze, grazie al gestore NTV. C’è una fascia oraria del treno superveloce Italo che si attaglia alle necessità dell’Umbria.

C’è un’altra rete, quella ferroviaria, da sviluppare, per collegare meglio la regione e le sue imprese al resto d’Italia.

Il dottor Gentili ha toccato il tema delle stampanti tridimensionali. Al riguardo, voglio parlare di iniziative dove la Camera cerca di essere presente e attiva. Noi abbiamo finanziato un progetto che si chiama “Future Show”. Nel 2015 faremo conoscere ai nostri imprenditori tutto quello che c’è di innovativo in campo tecnologico, in particolar modo riguardo le stampanti tridimensionali.

Riguardo al progetto Google-Unioncamere, come sistema camerale, l’anno scorso ci siamo occupati della digitalizzazione delle aziende del cashmere. Con World Pass siamo state tra le prime Camere di commercio italiane a mettere a disposizione tecnici esperti per le aziende che vogliono avvicinarsi all’export o all’internazionalizzazione.

Intanto, sulla strada della digitalizzazione, cerchiamo di dare il buon esempio: da cinque anni nelle giunte e nei consigli camerali della Camera di Commercio non si usa più la carta ma si lavora con l’IPad.

Dalla discussione è emersa una necessità impellente: quella di sensibilizzare gli imprenditori verso la cultura digitale. Senza, la regione dell’Umbria, rimarrà indietro rispetto all’Europa e a molte altre regioni italiane.

Certo i forum non bastano. Serve un coinvolgimento forte. Lo dico anche alla Regione che adesso sta facendo un’opera sicuramente meritoria nei confronti dei suoi manager e dei suoi dirigenti con i corsi organizzati a Villa Umbra. Ma noi dobbiamo coinvolgere gli imprenditori, in uno sforzo collettivo di tutto il sistema Umbria. Tenendo presente le crescite dei fatturati di chi è già avanti sulla strada della impresa digitale.

Riguardo ai bandi camerali, sono d’accordo in tutto e per tutto con Gentili: prima la sensibilizzazione e la promozione dell’e-commerce e poi i soldi e gli aiuti alle imprese. I denari a pioggia sono spesi sempre male.

Con meno risorse, gli aiuti alle imprese vanno razionalizzati…

Certo, è una strada obbligata. Ricordiamo, per esempio, che anche l’adesione a “Eccellenze Digitali” è gratuita, come molte altre cose che offriamo a beneficio delle imprese. Potremmo fare molti esempi.

Se parliamo del mondo dell’olio, dobbiamo tenere presente che l’Umbria ospita due importanti appuntamenti annuali promossi dall’ente camerale: il premio “Ercole Olivario” riservato ai migliori produttori nazionali e l’ ”Oro verde dell’Umbria”, importante vetrina per gli oli Dop regionali. Iniziative concrete, che prevedono aiuti pratici alle imprese.

Ho visto l’ultimo libro del Movimento del turismo dell’olio, se non sbaglio. Un volume nero, certamente bellissimo. Ma non serve agli imprenditori per vendere l’olio. Noi siamo arrivati all’edizione numero 22 dell’ “Ercole Olivario”. Non so se potremo fare la numero 23, visti i tagli subiti dal sistema camerale. Ma parlate con i produttori e chiedete quanti di loro sono presenti sui mercati internazionali grazie al sistema di promozione che gira intorno al premio. Non vogliamo essere autoreferenziali. Ma occorre anche che il mondo delle imprese faccia sentire la sua voce su come vanno spesi i soldi e sul supporto economico e organizzativo che la Camera di Commercio ha assicurato in tutti questi anni.