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30 settembre 2013

Con l’uso “intelligente” ed integrato delle tecnologie Città di Castello diventa smart

di Karl-Ludwig Schibel

Uno sviluppo territoriale integrato e sostenibile oggi è possibile grazie alle tecnologie informatiche digitali e impiantistiche per la produzione locale di energia, è necessaria per superare la crisi attuale, per affrontare l’invecchiamento della popolazione e l’immigrazione e risponde al diffuso desiderio di molti di avere voce e poter partecipare alle decisioni sul futuro della propria vita e del proprio lavoro. L’amministrazione comunale di Città di Castello ha colto questa sfida con il “Masterplan Città di Castello smart” con l’ambizione di dimostrare che la capacità di progettare un futuro intelligente non si limita alle grandi città: possono essere smart anche i centri urbani di medie dimensioni. Dal marzo 2013 un gruppo di lavoro guidato dall’assessore per le politiche economiche e coordinato dall’Agenzia Utopie Concrete sta raccogliendo piani, progetti, idee esistenti, ascoltando esperti, conducendo indagini per far emergere possibili costellazioni di un futuro intelligente dell’Altotevere. La metodologia del gruppo parte infatti dalla convinzione che le soluzioni esistono, c’è poco da inventarsi, piuttosto si tratta di mettere insieme gli elementi di un possibile futuro in modo che la costellazione che emerge non solo trova il consenso di molti ma anche la disponibilità di diversi ad attivarsi per la sua implementazione. Di investire capitale, tempo, impegno. Perché gli scenari futuri possibili sono più di uno e, con tutte le incertezze del caso, gli spazi d’azione esistenti vanni usati in modo consapevole per garantire il benessere oggi e tenere aperte le opzioni di una buona vita per le future generazioni. È questo il senso della sostenibilità. Il lavoro concreto consiste più che altro nel far emergere, anche attraverso le audizioni di esperti, ulteriori potenziali di risorse esistenti spesso appena sotto la superficie. Le aree di accesso gratuito a internet di Umbria WiFi sono
un importante passo in avanti. Un’indagine tra i turisti di Città di Castello ha evidenziato però che non viene usato perché l’autenticazione è troppo fastidiosa. Va quindi tolta. Il Masterplan
propone di usare l’infrastruttura di 11 km in fibra ottica esistente e attualmente largamente inutilizzata per una sala conferenze allestita per video-conferenze e video-convegni in streaming,
per un servizio di banda larga ad alta velocità accessibile alle imprese dislocate sul territorio contiguo e per una start-up di giovani che potrebbe offrire servizi telematici alle imprese piccole e medie. Un’indagine tra gli imprenditori delle zone industriali della città dovrà far emergere se queste offerte incontrano il loro interesse. Perché un altro elemento metodologico del
Masterplan è l’ascolto, la partecipazione e co-ideazione in cosiddetti laboratori del futuro; eventi pubblici preceduti da un lavoro accurato di coinvolgimento dei principali stakeholder
nei vari campi d’azione. I primi tre su “Cultura e turismo”, “Integrazione e coesione sociale” e “Produttività e competitività” saranno seguiti ad inizio del 2014 da altri sulla rivitalizzazione del centro storico, sulla trasformazione delle zone industriali in Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) e su un sistema di mobilità sostenibile. Merita di essere ripetuto: gli scenari futuri dell’Altotevere sono più di uno. La forza produttiva più importante per renderli concreti sono gli stakeholder, mentre la sostenibilità è il valore guida per tener aperte le opzioni.
Il Masterplan Città di Castello smart non vuole fare di più – ma neanche di meno – che evidenziare le opzioni, i futuri possibili e delineare il campo in cui si collocano. Le scelte che ne fuoriescono sono insostenibili più che altro perché finiscono in angoli ciechi dove non c’è più spazio di manovra, ma solo gestione di emergenza. Tra i guard-rail che delineano i campi d’azione ci sono: uscire dal fossile, rallentare o meglio ancora fermare il consumo del suolo, rafforzare il tessuto industriale/manifatturiero, attivare gli anziani come forza produttiva per il bene comune e integrare meglio gli immigrati come risorsa preziosa nella comunità. Il Masterplan Città di Castello smart serve per la comunità come una visione coerente, prodotto di un lavoro comune e in continua evoluzione che mette le singole azioni a sistema e permette di inserirle in un quadro ampio e integrato, non per ultimo per poter rispondere in tempi brevi e in modo non solo reattivo ai finanziamenti del prossimo periodo 2014-2020. Verso l’esterno rende leggibile l’intenzionalità e la capacità progettuale del territorio per uno sviluppo sostenibile e
contribuisce con un elemento di branding alla riconoscibilità dell’Altotevere .