VISIONI D'IMPRESA

26 settembre 2016

Alternanza scuola-lavoro: un’opportunità e una responsabilità per le imprese

di Roberto Vitali

Ha preso concretamente il via il Registro Nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro virtuale tra gli studenti del triennio conclusivo degli istituti tecnici e dei licei e le imprese italiane, gli enti, le associazioni e i professionisti disponibili ad offrire loro un periodo di apprendimento sul campo. Il portale www.scuolalavoro.registroimprese.it – gestito dal sistema camerale italiano e realizzato da InfoCamere – si configura come un tassello determinante per la riuscita di uno degli aspetti più innovativi della riforma apportata dalla Legge 13 luglio 2015, n.107 “La Buona Scuola”, ovvero l’introduzione di percorsi obbligatori di alternanza nelle scuole superiori ed il riconoscimento del valore dell’imparare lavorando. La riforma ha infatti stabilito che ogni anno obbligatoriamente almeno 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici debbano essere svolte in un contesto lavorativo.

Il recente decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 agosto scorso ha poi previsto all’art.2 comma e) l’affidamento alle Camere di Commercio delle funzioni di “orientamento al lavoro e alle professioni […] attraverso in particolare la tenuta e la gestione, senza oneri a carico dei soggetti tenuti all’iscrizione, ivi compresi i diritti di segreteria a carico delle imprese, del registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro”.

 

UN PO’ DI STORIA

L’alternanza scuola-lavoro, tuttavia, non è nata certo nel 2015. In Italia, con grave ritardo rispetto ad altre realtà europee, ha preso timido avvio con l’articolo 4 della Legge 28 marzo 2003, n.53 col quale viene introdotta nel sistema educativo italiano la possibilità per i giovani dai 15 ai 18 anni di realizzare il percorso formativo anche “attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica, sulla base di convenzioni con imprese o con le rispettive associazioni di rappresentanza o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con enti, pubblici e privati”.

Due anni dopo il Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n.77 ha disciplinato l’alternanza scuola-lavoro come “modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo con lo scopo di far acquisire agli studenti competenze spendibili nel mercato del lavoro e favorirne l'orientamento per valorizzarne le vocazioni personali”. L’alternanza, quindi, viene finalmente riconosciuta come una metodologia didattica che realizza un fondamentale collegamento tra le istituzioni scolastiche e il mondo del lavoro.

Il successivo Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104 ha poi meglio definito diritti e doveri degli studenti impegnati nei percorsi di alternanza.

E infine la Legge 13 luglio 2015, n. 107 “La Buona Scuola” ha ulteriormente potenziato l’alternanza scuola-lavoro indicandone la durata complessiva, autorizzando la spesa di 100 milioni di euro annui a partire da quest’anno ed istituendo il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, a cui si devono iscrivere le imprese e gli enti disposti ad accogliere studenti. Imprese ed enti che sono quindi invitati ad assumere un reale ruolo complementare all’aula nel percorso di istruzione degli studenti.

Più in generale “La buona scuola” si prefigge principalmente di affermare il ruolo centrale della scuola nelle società della conoscenza, di innalzare i livelli di istruzione e delle competenze degli studenti, di contrastare le disuguaglianze socio-culturali e territoriali e di realizzare una scuola aperta.

 

INDICAZIONI PER LE IMPRESE

Dal punto di vista delle imprese il comma 41 dell’art.1 della Legge 107 stabilisce che a partire dall’anno scolastico 2015/2016 venga istituito presso le camere di commercio il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, composto da un’area aperta e consultabile gratuitamente in cui sono visibili le imprese e gli enti disponibili a svolgere i percorsi di alternanza e da una sezione speciale del Registro delle imprese.

L’iscrizione al Registro dell’alternanza scuola-lavoro, che è gratuita,  è aperta a tutte le imprese e avviene tramite il Portale: società di capitali, società di persone, imprese individuali e altre forme. 

Le imprese che si iscrivono al Portale devono indicare il numero massimo degli studenti ammissibili, i possibili percorsi formativi e i periodi dell’anno in cui è possibile svolgere l’attività di alternanza scuola-lavoro. Le imprese individuali e le società di persone devono obbligatoriamente indicare anche il fatturato e il patrimonio netto riferite all’ultimo esercizio (per quelle in contabilità semplificata i dati relativi del patrimonio netto sono desunti dall’inventario dell’ultimo esercizio). Altre informazioni obbligatorie, previste dai commi 41 e 42 dell’art.1 della Legge 107/2015 “La Buona Scuola”, come l’attività svolta, il numero dei dipendenti, l’elenco dei soci e l’ultimo bilancio depositato per le società di capitali, l’elenco dei soci e amministratori per le società di persone e il titolare per l’impresa individuale, non sono richieste all’impresa al momento dell’iscrizione perché sono già presenti nel registro delle imprese.

 

I COMPITI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Il comma 40 dell’art. 1 della Legge 107 affida invece ai dirigenti scolastici il compito di individuare, all’interno del Registro per l'alternanza gli enti più adatti ai loro studenti e di progettare insieme ad essi, gli opportuni percorsi formativi, stipulando apposite convenzioni. Inoltre il dirigente ha anche l’obbligo di redigere, al termine di ogni anno scolastico, una scheda di valutazione e le eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione. Parimenti il comma 37 dell’art.1 della Legge 107 definisce la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti della scuola secondaria di secondo grado impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro con particolare riguardo alla possibilità per lo studente di esprimere una valutazione sull’efficacia e sulla coerenza dei percorsi stessi con il proprio indirizzo di studio.

Dal punto di vista pratico il dirigente attraverso la funzione “cerca” del Portale per l'alternanza potrà individuare il soggetto ospitante più adatto al percorso formativo degli studenti del suo istituto: le ricerche possono essere filtrate per parole chiave, per professione (quella che sarà svolta dallo studente), per territorio, per tipo di attività svolta dall'impresa o dall'ente ospitante.

 

IL PUNTO DI VISTA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI PERUGIA

Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera Commercio di Perugia, è un sostenitore dell’alternanza ed ha recentemente sottolineato come “il ruolo dell'impresa, e quindi l'iscrizione al Registro per l'Alternanza, sia cruciale per la riuscita della riforma” introdotta con "La buona scuola". La Camera di Perugia ha in effetti già predisposto una campagna di informazione e sensibilizzazione delle imprese, esortate ad utilizzare questo strumento: “la risposta che daranno – ha detto - è un banco di prova rispetto ad un impegno di responsabilità sociale e di patto fra generazioni”.

Mencaroni ha inoltre ricordato  come “il tema dell’orientamento e dell’alternanza sia da tempo caro al sistema camerale, che da oltre 10 anni è impegnato a favorire un dialogo proficuo tra mondo della scuola e sistema produttivo, colmando così una lacuna del nostro mercato del lavoro. Ora, grazie a Internet, - ha evidenziato il Presidente - questo sarà veramente a portata di mano, semplice, trasparente e a costo zero”.

Sul sito camerale sono già pubblicate tutte le informazioni utili per l’iscrizione al Portale online. Possono iscriversi, senza oneri, non solo le oltre 72mila imprese provinciali iscritte al Registro Imprese, ma anche enti pubblici e privati, associazioni e liberi professionisti che siano disposti a rendere immediatamente pubblica e consultabile la propria candidatura.

 

VOCI FUORI DAL CORO

Non sono mancate, è doveroso ricordarlo, prese di posizione anche fortemente contrarie alla riforma "La buona scuola", concretizzatesi nella raccolta di firme per indire un referendum abrogativo. Le maggiori perplessità riguardavano essenzialmente il fatto che il tempo e le risorse finanziarie destinate ai tirocini aziendali potessero sottrarre altrettanto tempo e risorse allo studio e alle attività tradizionali scolastiche. In particolare si è messo in evidenza come in alcune regioni del Sud Italia più povere non sarà facile soddisfare il gran numero di richieste di tirocini data la fragilità del sistema produttivo e commerciale.

 

ALCUNE RIFLESSIONI IN CONCLUSIONE

Oggi l’alternanza è divenuto un diritto-dovere per tutti gli studenti delle terze, quarte e quinte classi delle scuole superiori. Ora anche l’Italia, come già altri importanti Paesi europei, guarda al tirocinio in azienda come ad un’imprescindibile opportunità sia per lo studente che per l’azienda e quindi il tessuto economico di un territorio.

La grande novità che si è sviluppata negli ultimi anni è che finalmente si esce dall’idea che gli studenti debbano prima studiare a scuola e poi lavorare.

Bisogna però considerare un grosso ostacolo nell’attuazione dell’alternanza scuola-lavoro, ovvero quello dell’enorme numero di studenti coinvolti di fronte ad un numero ancora esiguo di imprese, enti e professionisti disposti a puntare su di loro.

Vari sondaggi di gradimento degli stage presso gli studenti hanno talora evidenziato una certa problematicità nell’organizzazione delle giornate lavorative, una mono tematicità delle mansioni svolte e la scarsa collaborazione dei tutor con i ragazzi. Tuttavia, generalmente l’esperienza nel mondo reale del lavoro ha arricchito gli studenti. Di molti ha anche ampliato la cultura personale (specialmente nell’approccio produttivo a internet), di altri la capacità di lavorare in gruppo, fornendo la necessaria “disciplina” data da orari e responsabilità più rigidi e diversi da quelli scolastici.